Il 10 agosto 2017 il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la ricerca ha emanato il cosiddetto “Decreto 24 CFU”, che disciplina in modo completo l’acquisizione dei crediti formativi necessari per l’insegnamento. Un tassello aggiuntivo e nuovo nel percorso che deve intraprendere chi vuole diventare insegnante. Questi crediti, infatti sono oggi sono un requisito indispensabile sia per inserirsi nelle graduatorie provinciali, sia per partecipare ai concorsi.

Con il D.Lgs. 59/2017 e il D.M. 616/2017 sono cambiate nuovamente le regole per il reclutamento degli insegnanti. Una delle novità principali è stata rappresentata proprio dall’introduzione dell’obbligo dei 24 CFU. Un titolo di laurea idoneo all’insegnamento, infatti, non è più un requisito sufficiente per poter entrare a scuola. Serve aver conseguito almeno 24 crediti formativi nei settori antropo-psico-pedagogici e nelle metodologie didattiche. Nello specifico, i settori scientifico disciplinari (SSD) in cui è necessario integrare la propria formazione sono:

  • pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione;
  • psicologia;
  • antropologia;
  • metodologie e tecnologie didattiche generali.

Proprio in materia di metodologie e tecnologie didattiche, il Decreto Scuola ha stabilito la necessita di inserire competenze di didattica digitale e informatica (coding).

La scelta del percorso formativo deve anche tenere conto di altri due elementi:

  • i CFU devono essere acquisiti in almeno 3 dei 4 ambiti;
  • per ogni ambito scelto devono essere certificati almeno 6 crediti.
  • Quindi, chiunque voglia intraprendere la professione di insegnante deve necessariamente possedere i 24 crediti formativi previsti dal Miur. Ci sono però delle lauree (ma anche Master di I e II livello, Dottorati, e Scuole di specializzazione) che, nel piano di studi, già prevedono tutti o alcuni degli insegnamenti richiesti. In questo caso, è sufficiente farseli riconoscere e certificare.